Versione “wilderness” dedicata alla ValGrande, appositamente creata durante la residenza artistica a Cicogna, di “Kaba”, primo spettacolo della compagnia Recircles, formata da Andres Schlein, giocoliere, porteur e acrobata cileno, Alice Lombardi, giocoliera e agile italiana, Maria Baindurashvili, trapezista e agile olandese e Alva Harju Jansson, acrobata e porteur svedese.
“Kaba”, gonna in Georgiano.
La gonna è stato il primo indumento dell’umanità, il primo atto di pudore dopo la foglia. Il primo travestimento. Il primo NO! Indumento unisex, neutro per millenni. I suoi colori hanno indicato appartenenze e stati d’animo.
La sua lunghezza misura la libertà.
Indumento dalla forza scenica devastante, infinitamente trasformabile,
coreografico e teatrale, allusivo e celante, rivela e nasconde.
Quattro corpi e mille gonne, mille colori e mille fogge.
Come matrioska, gonna grande, bellissima fuori, custodisce inaspettate storie.
Vola appesa al trapezio. Danza vorticando in una ruota. Raccoglie i lanci e sfida le balistiche leggi.
Il suo utilizzo in ambito circense è nato dall’idea di riciclare materiali: essa infatti viene realizzata con abiti dismessi, destinati all’eliminazione e che acquistano una vita nuova, in cui colori e forme diventano il contenitore del movimento e degli attori.
Ogni protagonista ha la sua gonna che lo contraddistingue.
Essa si anima, diventa il mezzo espressivo che fa da accompagnamento e crea l’illusione di forme cangianti e inaspettate.
La gonna stessa diventa strumento, un oggetto nuovo nato, come l’araba fenicia, dalle sue ceneri e come superamento dei concetti di genere: l’arte senza pregiudizi, una rottura del protocollo identifica un certo abbigliamento con l’identità sessuale.
La costruzione di una struttura piramidale, in una parte dello spettacolo, crea una spinta verticale che porta una leggerezza eterea.
La piramide, simbolo di energia che dall’alto raggiunge la terra, crea un’immagine gigantesca e movimentata al tempo stesso.
Le composizioni ginnico – artistiche di fusione tra gli artisti creano figure plastiche immaginifiche, che sollecitano la ricerca spontanea del “bambino”, dormiente in ognuno, trascinando il pubblico presente nella corrente profonda della libertà.
La “gonna”, aperta, diventa un tendone, esprimendo simbolicamente la rappresentazione dell’arte circense.
Discipline utilizzate: giocoleria, trapezio, mano a mano, teatro e clownerie, rou cyr.